GIAN FRANCO GRECHI

1982 Critico d’Arte

Il rincontrare, a distanza di lustri, un autore, conosciuto quasi agli inizi della sua attività, rappresenta un’occasione utile per approntare un bilancio.

Da un lato le aspettative ed i programmi di un giovane, poco più che adolescente; dall’altro il percorso, le realizzazioni di un uomo.

Dell’adolescente si può ricordare l’entusiasmo nel fare, la facilità con la quale i segni esprimevano le idee.

Con il passare degli anni, l’entusiasmo pare trasformato in fede nel proprio impegno, mentre la facilità s’è tramutata in una tenace ricerca.

Granato si mantiene coerente nella direzione intrapresa: direzione che, per comodità, continuo a chiamare surrealismo, ed in essa procede chiedendo, innanzi tutto a se stesso, un progresso, un avanzamento.

L’istinto creatore d’immagini è divenuto meditazione trasfusa nella ricerca di forme, di contenuti.

Di forme, che non siano la ripetizione di stereotipi, ma invenzione del nuovo; di contenuti, che esprimono valori veri, tralasciando le seduzioni del caduco.

Nasce così un mondo – le immagini di questo – che la perizia naturale e la maturata tecnica di Granato fissano, un mondo che si doma poi alla visione di quanti vogliono accostarvisi.

Il giovane, entusiasta della materia che costruiva, non s’è servito delle proprie capacità per far risuonare canti di altri.

Egli ha via via indagato, sperimentato, giungendo a darci opere nelle quali è innegabile il riconoscere una sicura originalità affiancata ad una sempre più affinata tecnica d’esecuzione.

In un momento in cui è possibile provare la tentazione di seguire le facilli scorciatoie aperte dalla sperimentazione avanguardistica, Granato s’è mantenuto saldo nel cammino che non esclude fatiche, ma richiede costanza e coerenza d’impegno.

A sua soddisfazione resta l’aver ben percorso un tratto in un felice processo di crescita